Chi ha detto che lavorare con il web è solo ‘roba da nerd’? E chi, al contrario, pensa che tra online e offline ci sia un limite insormontabile? L’esempio di Caterina Tonon, che forse qualcuno di voi conoscerà per il suo attivissimo profilo Twitter e per il Tumblr “Fogli Sparsi”, è davvero interessante: Caterina è infatti riuscita a fare della creazione dei contenuti online e offline e del content marketing il suo lavoro. Il nostro expert Nicola Bigi lo ha ripetuto spesso nel percorso in BEWE Academy: a fianco del proprio business le aziende stanno cominciando sempre più a produrre contenuti, per accreditarsi e alimentare l’interesse di clienti attuali e potenziali.
Ciao Caterina! Raccontaci il tuo percorso “dalle origini”…
Ciao a tutti! Dopo la laurea in Comunicazione e il master in Comunicazione per il cinema, ho lavorato per diversi anni in campo editoriale, prima da freelancer e poi come editor e responsabile di redazione in casa editrice. Tre anni fa ho scelto di fare ritorno alla libera professione e ho perfezionato le mie competenze in fatto di scrittura e comunicazione collaborando con aziende, agenzie, enti e testate giornalistiche.
E oggi, di cosa ti occupi principalmente?
Da qualche mese sono l’orgogliosa cofondatrice di Helmut, studio di comunicazione specializzato nella creazione di contenuti online e offline. Integrando scrittura professionale, strategie di comunicazione e nuovi media, forniamo ai clienti strumenti e soluzioni ad hoc per creare, riposizionare e consolidare la propria identità, comunicare valori e prodotti, e ottenere la massima chiarezza e visibilità su qualsiasi canale informativo, dalla stampa ai social network.
Le tre competenze fondamentali per produrre contenuti di qualità.
È importante essere professionisti della parola scritta, essere avvezzi all’uso della tecnologia come strumento per leggere e raccontare la realtà ed essere sempre aggiornati sulle evoluzioni della comunicazione. Ma prima tutto è fondamentale avere un approccio curioso alle cose.
Quali sono i contenuti che le aziende ti chiedono più spesso di produrre?
Generalmente si va dai formati tradizionali (testi giornalistici, house organ, profili aziendali) ai contenuti per siti web, blog e social network. Il social media management copre una porzione di lavoro notevole: raccontare le sfaccettature, le complessità e l’evoluzione di attività produttive e di servizio è un’attività stimolante e varia, anche perché esige al contempo progettualità e tempestività. Un lavoro che, a dispetto delle apparenze, necessità di programmazione, creatività e costanza, ma anche la capacità di “aggiustare il tiro” e adeguarsi al cambiamento. In poche parole, bisogna saper essere improvvisi senza improvvisare.
Le aziende diventano editori e, a lato delle loro attività, producono contenuti: un’affermazione vera anche in Italia? E nel caso, cosa le spinge?
La difficoltà (e frustrazione) quotidiana è proprio far comprendere al cliente che oggi scrivere come si deve e proporre contenuti istituzionali preconfezionati in modalità broadcast non basta più. Le doti del marketing non sono più sufficienti alla comunicazione e vanno sostenute da competenze di tipo editoriale e giornalistico. La scrittura deve diventare progetto, narrazione, relazione, e i contenuti devono essere strutturati e curati, e avere un altissimo grado di personalizzazione.
Il progetto dei tuoi sogni, a cui vorresti lavorare.
L’editoria resta il mio primo amore e sogno un progetto di content curation legato al settore. Poi, guardando più al lungo periodo, mi piacerebbe poter offrire non più solo servizi, ma prodotti editoriali a marchio Helmut.
Dai un consiglio a chi vuole cominciare a fare della creazione dei contenuti la propria professione.
Non lavorare gratis o sottocosto. Soprattutto all’inizio è forte la tentazione di accettare compromessi, ma si rischia di fare un torto alla propria professionalità e soprattutto di alimentare un pericoloso sistema di sfruttamento che svaluta il lavoro e danneggia l’intero settore.
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