Non possiamo – né dobbiamo – nasconderlo: le professioni legate al web e ai social media sono il futuro. I numeri, specie in questi momenti difficili, parlano chiaro: community manager, web strategist, editor, analyst rappresentano importanti occasioni di lavoro e investimento per il proprio futuro. Non a caso è nato (e ci sta dando tante soddisfazioni!) il Social Media Manager Program, il corso-palestra per formare a dovere i professionisti del web di domani
Oggi abbiamo avuto il piacere di parlare con un ospite davvero speciale, Francesco Gavatorta. Attivissimo su Twitter, riesce a fare dell’unione tra parole, narrazione e social media il suo bel lavoro… divertendosi molto! Potremmo ‘inquadrarlo’ come web editor e community manager, ma in realtà c’è molto, molto di più… Curiosi?
Ciao Francesco, quale è stato il tuo percorso formativo/professionale?
Buongiorno a tutti! Intanto, com’è stato: strano. Alle superiori ho fatto l’odontotecnico, poi durante l’estate più bella che ti possa capitare, ossia quella dopo la maturità, ho deciso di provare a fare il test per entrare a Scienze della Comunicazione a Torino, e l’ho passato. A 23 anni mi sono trovato laureato in Lettere e Filosofia e da allora tutto è stato abbastanza esaltante: ho lavorato per La Stampa e Testawebedv prima di iscrivermi a un master della Scuola Holden di Torino.
Di cosa ti occupi ora, e per chi?
Anche questo aspetto è stato particolare: dopo il master nel 2008 la Scuola aveva deciso di ristrutturare il sito web, e da ‘masterista’ sono passato ad essere parte dello staff. Prima come stagista poi come redattore e infine come referente dell’area web: un cammino che mi ha reso e che mi rende tutt’ora molto orgoglioso! Inoltre, sono anche consulente esterno per Cesim, un’azienda che si occupa di realizzare campagne di comunicazione interna e sistemi di elearning, e scrivo per Ninja Marketing per la sezione Social Media. Insomma, faccio tante cose tutte diverse: così diverse che le definizioni sono tante. Da qualche parte ho letto che stanno nascendo i cosiddetti Digital Storyteller: forse questa è la definizione che mi piace di più.
Ti sei ‘ritrovato’ a fare questo lavoro oppure è il frutto di una passione?
Credo di essere stato fortunato a crescere nel periodo in cui il web è diventato centrale per la comunicazione: fin dai tempi dell’università internet mi ha incuriosito e appassionato, e oggi lo considero a tutti gli effetti il mio elemento. Forse sono anche predisposto a stare fra pixel e bit, perché talvolta ho avuto la dimostrazione che intuizioni che avevo si sono concretizzate in successi per me e la mia azienda.
Quali sono le attività che svolgi abitualmente sul lavoro?
I miei compiti alla Scuola Holden sono gestire i siti internet e i canali social, oltre che inventare nuovi modi per utilizzare questi strumenti. Per Cesim invece invento storie, che poi vengono declinate nelle varie campagne che vengono realizzate per i clienti. In entrambi i casi un ruolo centrale lo gioca lo storytelling: ecco, se così si può dire, mi sento a tutti gli effetti un Digital Storyteller, perché in tutte le cose che faccio cerco di mettere al centro le tecniche di narrazione.
Le tre qualità principali che distinguono un bravo professionista del web sono…
Nel web credo che siano centrali la fantasia e la creatività, la vocazione all’innovazione e l’intuito. Quarta, aggiungo io, è l’umiltà d’imparare.
Perché ami il tuo lavoro?
Perché invento, scrivo storie, immagino un sacco. Una volta durante un colloquio di lavoro – andato a buon fine, fortunatamente – dissi: “Io da grande voglio fare un lavoro si valorizzi la mia scrittura.”. Ecco, alla fine ho raggiunto qualcosa di più: valorizzo le mie storie, che forse è ancora più coinvolgente.
La soddisfazione professionale più grande che hai mai avuto.
Forse l’aver inventato HOST, la rubrica di cultura partecipata su IlPost.it dove protagonisti diventano i lettori. O forse l’aver conosciuto di persona Alessio Bertallot grazie ad un tag su Facebook, che ha portato me e una classe intera di studenti della Scuola Holden in diretta a RaiTunes… Non so, sono fortunato perché tutto sommato ho avuto un sacco di soddisfazioni, e spero che non ci si fermi mai.
Progetti futuri? Cosa vorresti approfondire/in cosa vorresti migliorarti?
Vorrei imparare a programmare, non sono bravissimo a smanettare con i linguaggi di programmazione. E poi vorrei imparare a scrivere sempre meglio. Poi non saprei, ogni giorno alla fine c’è qualcosa di nuovo che mi piacerebbe imparare a fare. Forse alla fin fine, l’unico progetto per il futuro che ho è migliorare.
Salutiamoci con un consiglio ai partecipanti della BEWE Academy.
Posso salutarvi con uno slogan, era il claim di una campagna che ho avuto il piacere di veder nascere dall’ingegno di uno dei miei maestri, Gianluca Pallaro (direttore didattico della Scuola Holden ndr.). “Non succede nulla se prima non lo immagini”. Ecco: immaginate sempre ciò che vi aspetta. Questo forse è il consiglio migliore.
Grazie Francesco!
Grazie a voi, e a presto!
Le parole e l’esperienza di Francesco sono molto interessanti, e fanno capire una volta di più che il mercato 2.0 è vivo e in continua evoluzione. Siete pronti a mettervi in gioco e sfidare voi stessi?
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