Dopo le ultime interviste ai professionisti del web, in cui abbiamo avuto il piacere di ‘intercettare’ Davide Muci sul tema della search engine optimization e Chiara dal Ben in relazione alle strategie di Digital PR, continuiamo a parlare di Social Media Marketing attraverso le dirette parole di chi si occupa di web e digital tutti i giorni, lavorando con clienti e partner per progettare le migliori strategie online.
In particolare, oggi vi proponiamo la bella chiacchierata fatta con Daniele Ferrari: emiliano doc diviso tra Reggio Emilia e Modena, Digital Strategist e Social Media Manager presso Tracce, Daniele è un utente molto attivo sul web, nonché un grande conoscitore delle dinamiche social e 2.0.
Ha partecipato ai primi progetti di crowdfunding in Italia ed è stato uno dei protagonisti di un video virale molto conosciuto e apprezzato sul web… ma non vogliamo svelarvi nulla di più! Non perdete la sua intervista

Ciao Daniele! E grazie per essere insieme a noi. Iniziamo con una tua presentazione.

Buongiorno a tutti! Mi presento: mi chiamo Daniele Ferrari e – a differenza di altri colleghi del settore, la mia formazione universitaria non si è concentrata tanto sul marketing, quanto piuttosto sullacomunicazione. Ho studiato tre anni a Reggio Emilia, per poi perfezionarmi prima al DAMS a Bologna e successivamente con un Master a Torino legato alla comunicazione crossmediale. Proprio il tirocinio di fine Master mi ha dato la prima opportunità di lavorare nel mondo dei social media grazie al lavoro suldocumentario Vinylmania prodotto da Stefilm International. Era il 2010, non c’erano ancora discorsi reali e strutturati sulle strategie web e, come immaginerete, ho dovuto imparare da autodidatta. Dopo il progetto sono rimasto a collaborare internamente ed è nata la campagna di crowdfunding su Kickstarter, grazie alla quale siamo riusciti a raccogliere più di 37.000 $ attraverso i social network, il sito web e i contenuti multimediali. La community ha risposto con un contributo finanziario, che credo sia la massima espressione di engagement nonché un bel segnale per comprendere il valore reale di un progetto in rete. E’ stato incredibile vedere come un prodotto legato a uno strumento analogico come il vinile sia cresciuto grazie al web: siamo riusciti a trovare e coinvolgere una grande quantità di appassionati e fan, tutti molto attivi in rete. Dopo quell’avventura ho ricevuto la proposta di Tracce, un’agenzia di grandi dimensioni – più di 20 dipendenti – e ben strutturata con sede a Modena, che mi permetteva di avere una certa tranquillità e di concentrarmi su progetti sfidanti.

A livello personale quale è il social network che ami di più, e perché?

Apprezzo tantissimo Facebook, anche se riconosco di passare troppo poco tempo su Twitter: nonostante il parere di alcuni colleghi, personalmente trovo che proprio Facebook sia la piattaforma più sottovalutata e al contempo peggio utilizzata sia dalle aziende che da noi. Cerco di utilizzarlo bene prima di tutto io, in modo da avere buone pratiche da trasferire direttamente sui progetti dei clienti.

E – dalla tua esperienza – quale è invece il social network più apprezzato dalle aziende?

Anche questa volta la risposta non può che essere una: Facebook! Ma devo aggiungere che, a livello di strategia e posizionamento, non necessariamente un’impresa deve aprire una fanpage per impostare un progetto efficace. Anche in questo caso stiamo notando un crescente interesse verso Twitter, magari con un piccolo ritardo rispetto alla diffusione tra gli utenti.

Restando sempre concentrati sul mondo aziendale, quali sono i progetti di Social Media Marketing più richiesti e apprezzati?

Sicuramente tra i primi cito campagne di advertising e attività di community management. Le aziende si stanno accorgendo sempre di più che l’apertura della pagina o di un account corporate non sono la condizione che garantisce automaticamente il successo dell’organizzazione sui social network. Stanno aumentando gli investimenti in pubblicità online, in particolare Facebook Ads ma anche Google Adwords. Oggi si parla spesso prima di budget da declinare in campagne di advertising, e solo in un secondo momento l’interesse si concentra sull’ottimizzazione delle fanpage e dei contenuti. Manca ancora la parte di analisi: viene prodotta sistematicamente una reportistica che potenzialmente è una miniera d’oro di dati e informazioni, ma che in pratica non viene sempre analizzata in profondità. Infine, le azioni di monitoring interessano molto al mondo della politica e della pubblica amministrazione.

L’approccio più frequente delle imprese rispetto al posizionamento sul social web.

Generalmente le aziende si posizionano seguendo un processo graduale, solo poche realtà arrivano in agenzia con un piano strategico già strutturato prima. Noi siamo un’agenzia che si occupa di pubblicità, comunicazione e marketing sia online che offline, e spesso quando presentiamo un piano di azione che non include il web il cliente ha la sensazione che ‘manchi un pezzo’. Già da un anno all’altro gli spostamenti di budget iniziano a essere più marcati a favore del digital, e le aziende tendono nel tempo ad aggiungere presenze e azioni in modo incrementale ma deciso. Un altro lato davvero interessante e di cui siamo orgogliosi è la crescente richiesta dalle imprese di attività di formazione e training: manager e dipendenti vogliono essere sempre più coscienti di quello che succede e di come devono comportarsi in rete. Ora viene generalmente dedicata una risorsa interna – magari la più giovane e non necessariamente full-time – che deve essere messa nelle condizioni di apprendere ed essere sensibilizzata sulle principali attività di Social Media Marketing. Solo le competenze più difficili da trasferire – advertising, strategie di search engine optimization, etc. – vengono ancora gestite completamente dall’agenzia.

Quali sono progetto social di cui sei più orgoglioso e quello dei tuoi sogni?

Sicuramente la collaborazione che ho fatto a inizio carriera con Stefilm International è stata molto formativa e interessante, e i risultati – visto il lavoro e l’impegno – davvero appaganti. Un altro progetto di cui vado orgoglioso è il video virale Effetto Domino, ad oggi il video più visto di tutte le elezioni referendarie in Italia. Il video, non brandizzato esplicitamente ma commissionato dal Partito Democratico di Modena, ha avuto un grandissimo successo ed era focalizzato su un messaggio importante: andare a votare è bello ma soprattutto importante, indipendentemente dal partito. Il video ha raggiunto in pochi giorni quasi 600.000 visualizzazioni solo su YouTube superando star e personaggi famosi, siamo stati i primi in termini di posizionamento sulle chiavi legate al referendum e per un giorno e mezzo YouTube ha posizionato il contenuto in home page tra i trending video (“Ho incorniciato la schermata e l’ho appesa in ufficio!” NdDaniele J ). E, grazie anche al contributo determinante del web, alla fine è stato raggiunto il quorum! E’ stato un lavoro frutto della creatività e di un’attività quasi artigianale da parte dello staff di progetto, e la cosa incredibile è che inizialmente il video non si chiamava Effetto Domino ma “Siamo Tutti Indispensabili”. Vi svelo un segreto: il nome l’ho cambiato io, un Venerdì sera, senza l’approvazione né del cliente né dei miei superiori. Mi sembrava giusto farlo: il video si stava viralizzando sui social network e sul web con un altro titolo, quindi era necessario intercettare ancora meglio le ricerche degli utenti e posizionarci in maniera corretta. Una follia che ha portato molta fortuna J
Per quanto riguarda invece il progetto dei miei sogni, in realtà non ne esiste uno solo ma ce ne sono tanti. Su tutti, mi piacerebbe organizzare e gestire la comunicazione digitale di una campagna elettorale nazionale, a tempo pieno e supportato da uno staff di persone competenti e con una forte cultura digitale. Chissà, un giorno…

Salutiamoci con una previsione, un social trend interessante che stai notando in questo ultimo periodo.

Noto con piacere una sempre maggiore consapevolezza del web e delle sue potenzialità da parte delle organizzazioni. A volte l’approccio è più rassegnato – il cliente, pur non desiderandolo, si accorge della necessità e decide di investire per migliorare la propria presenza, includendo il web all’interno della strategia di comunicazione globale – ma sempre più spesso parliamo di una precisa volontà. La rete e i social network non sono più solo oggetto di interesse di aziende innovative o di realtà alto-spendenti ma sono ormai temi diffusi, rispetto a cui esiste la percezione della reale necessità di avere una comunicazione corretta ed efficace sul web. Questa tendenza è positiva e fa piacere, perché si riescono a costruire e impostare percorsi più ragionati con il cliente, il quale accetta di dedicare più tempo e diversi momenti di discussione per impostare al meglio la strategia e definire gli obiettivi.