Green marketing: di cosa si tratta e – in linea con i contenuti del nostro blog – che legame c’è tra questo importante tema, le nuove professioni digitali e il web 2.0?
Argomenti molto aggiornati e ‘caldi’, di cui vale la pena parlare con persone esperte: abbiamo avuto allora il piacere di confrontarci con (o meglio, ascoltare) Irene Russo, Editor per Hic Adv. Dopo Marcella aka Marlene, Caterina Tonon e Elena Codeluppi, ecco un’altra bella testimonianza diretta sul tema delcontent management, arricchita da un approfondimento – a noi del tutto nuovo – sulla green revolution.
Ciao Irene, benvenuta sul blog. Per iniziare, raccontaci il tuo background formativo e i primi lavori svolti.
Mi sono laureata in lettere classiche con una tesi sui neologismi in greco, attratta dalla creatività delle lingue morte. Background insolito, per una che si occupa di linguaggi contemporanei. Ho cambiato radicalmente rotta cominciando a collaborare con alcune agenzie pubblicitarie come copywriter, con l’ambizione di mantenere uno stile non troppo pubblicitario né troppo gergale. Un esempio: una raccolta di citazioni sulle infrastrutture tratte dalla letteratura italiana contemporanea, per conto di una cooperativa di costruzioni. È stato uno dei miei primi lavori.
Di cosa ti occupi ora?
Di copywriting, ideazione strategica, redazione e gestione dell’interazione per siti web, blog e social media. Con una particolare predilezione per i progetti di green marketing e storytelling.
Come è nata la passione per il green marketing?
Prima è nata la passione per il green, poi quella per il marketing. Ho cominciato a occuparmene da bambina quando realizzavo (a mano) gli strumenti di comunicazione della mia piccola associazione ecologista. Per anni mi sono dedicata ad altro, finché i tempi non sono stati maturi per ritornare all’antico “mestiere”.
Perché pensi sia importante che si parli di green?
Perché più se ne parla, più diventa normale. E più diventa normale, più adesioni può raccogliere. È importante che il green perda la sua patina élitaria per entrare nella vita di tutti. Qualcuno si chiede se è importante che si parli di calcio?
Hai mai partecipato o avviato progetti che riescono a coniugare green e web 2.0?
Curo la redazione del blog ecopiteco.it, nel quale tento una recensione della comunicazione green oggi. Ho lavorato all’ideazione della pagina Facebook di Tiriciclo e dei relativi contenuti video. Per il portaleterritori.coop.it – una raccolta delle buone pratiche dei fornitori Coop – gestisco i testi prodotti da una troupe di storytellers in giro per l’Italia. Ecco, questi sono alcuni esempi.
Pensi che i social media possano essere utili per parlare di green in modo innovativo, oppure non ne vedi l’utilità?
Il green è congenere al social. I social media rendono più visibile e misurabile il potere dei piccoli contributi. Sono in grado di motivare gli utenti e capaci di accelerare la diffusione (la normalizzazione) delle idee innovative. Senza il boom dei social, la green revolution si sarebbe fatta attendere ancora a lungo.
Il social network che ti ‘prende’ maggiormente.
“Prendere” è un verbo sentimentale, quindi devo ricadere su Facebook, che mi tiene in contatto con le persone della mia vita.
Il progetto che ti è piaciuto di più negli ultimi anni e quello dei tuoi sogni…
Mi è piaciuto lavorare alla campagna pubblicitaria di un centro di riciclo creativo, REmida: tra le headlinece n’erano alcune riciclate dalle frasi dei bambini. Mi è piaciuto scrivere un video realizzato in Cartafruttae un altro in legno FSC.
Il progetto dei miei sogni? Dovrebbe trattare di car sharing, cohousing o altre forme di condivisione dei beni. Ci sono molte più cose da pubblicizzare di quante se ne possano possedere.
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